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2023-03-16 17:30:31 By : Ms. Gloria Ji

Lo scioglimento del permafrost artico a causa delle più alte temperature dovute al cambiamento climatico potrebbe liberare virus “zombie” che sono rimasti dormienti per decine di migliaia di anni, e che potrebbero mettere a rischio la salute di molte specie animali e degli stessi esseri umani. Lo scongelamento potrebbe inoltre rilasciare nell’ambiente sostanze chimiche o radioattive risalenti alla Guerra Fredda, danneggiando in questo modo la natura e gli ecosistemi.

Il permafrost, noto in italiano anche come permagelo, è un tipo di terreno ghiacciato che ha coperto per millenni un quinto dell’emisfero settentrionale del pianeta, dalla tundra artica alle foreste boreali, in Alaska, in Canada e in Russia. Si tratta di una sorta di capsula del tempo, che ha preservato i resti mummificati di animali estinti e virus antichi. È un ottimo mezzo di conservazione perché è un ambiente privo di ossigeno che la luce non può penetrare.

Tuttavia le temperature attuali dell’Artico si stanno riscaldando fino a quattro volte più velocemente rispetto al resto della terra, indebolendo lo strato superiore del permafrost. Con conseguenze che potrebbero essere disastrose non solo per l’ecosistema, ma anche per la salute dell’uomo.

Il professor Jean Michel Claverie, docente emerito di Medicina e Genetica dell’Università di Aix Marseille di Marsiglia, in Francia, ha testato diversi campioni di permafrost siberiano, per verificare se eventuali particelle virali contenute al loro interno possano essere ancora infettive. E ha scoperto quelli che la stampa ha iniziato a definire come dei virus “zombie”, che sta attualmente studiando nel proprio laboratorio.

Nella sua ultima ricerca, l’esperto ha isolato diverse varianti di virus antichi da molteplici campioni di permafrost, tutti prelevati da luoghi diversi della Siberia, e ha dimostrato che ognuno di essi ha ancora la facoltà di infettare le cellule coltivate in vitro. Quello che sembra solo uno studio curioso sulla possibilità dei patogeni di resistere anche per millenni, al freddo, rivela però scenari particolarmente inquietanti e una seria minaccia alla salute pubblica.

Già in passato sono state trovate tracce di virus e batteri conservati nel permafrost che possono infettare gli esseri umani. Il campione di polmone del corpo di una donna dissotterrato nel 1997 da un villaggio sulla penisola di Seward, in Alaska, conteneva materiale genetico del ceppo influenzale responsabile della pandemia del 1918.

Nel 2012, gli scienziati hanno confermato che i resti mummificati di una donna sepolta in Siberia da 300 anni contenevano le tracce del virus che causa il vaiolo. Un’epidemia di antrace in Siberia che ha colpito decine di esseri umani e oltre 2 mila renne tra il luglio e l’agosto del 2016 è stata anche collegata al disgelo del permafrost durante un’estate eccezionalmente calda, che ha liberato vecchie spore di Bacillus anthracis da vecchi luoghi di sepoltura e carcasse di animali.

Riuscire a identificare i virus “zombie” e gli altri patogeni che potrebbero essere contenuti nel permafrost che si sta sciogliendo rappresenta il primo passo per capire quali pericoli potrebbero arrivare dal Polo Nord. Sarà necessario però capire nel dettaglio dove, quando, quanto velocemente e quanto in profondità il terreno si scioglierà.

Lo scioglimento può infatti essere un processo graduale di pochi centimetri al decennio, ma può anche accadere più rapidamente, come nel caso di enormi frane che possono improvvisamente esporre strati profondi e antichi. Il processo rilascia anche metano e anidride carbonica nell’atmosfera, contribuendo al cambiamento climatico.

La riemersione di microrganismi antichi ha tra l’altro il potenziale di cambiare la composizione del suolo e la crescita di piante ed erbe, con ripercussioni tragiche su larga scala. La migliore azione da intraprendere, ovviamente, sarebbe quella di cercare di fermare lo scioglimento e metterei un freno alla crisi climatica, che sta interessando anche tre regioni italiane, come spiegato qua.

Eventi meteo estremi e caldo intenso stanno accompagnando ormai le nostre vite, con la siccità che sta già causando i danni di cui vi parliamo qua, ben prima della stagione estiva. Il Governo potrebbe presto appuntare un commissario speciale per fare fronte all’emergenza, come annunciato qua.

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