"Da 8 anni non annaffio più il mio terreno". Siccità, l'azienda agricola di Gross propone una coltivazione senza acqua: "E' il futuro: il fieno limita l'evaporazione" - il Dolomiti

2023-03-16 17:27:28 By : Mr. Johnson s

L'azienda agricola El ciamp del Salvan utilizza da diversi anni il metodo di coltivazione 'sinergico-naturale'. L'intervista al titolare: "E' un sistema che si basa sul ciclo naturale. Non solo si risparmia tantissima acqua, ma anche fatica ed ore di lavoro, ottenendo comunque ottimi prodotti, dando tanto spazio alla biodiversità"

SORAGA. Un'agricoltura 'alternativa' che prevede pochissimo consumo di acqua e che utilizza paglia e fieno per coprire il terreno per evitarne la dispersione. Un metodo innovativo quello 'sinergico-naturale' che Matteo Gross, titolare dell'azienda agricola El ciamp del Salvan a Soraga (a pochi chilometri da Moena) porta avanti nel suo campo da circa 8 anni.

"Il clima sta cambiando anche qui in montagna - dichiara Gross, originario di Campitello, intervistato da il Dolomiti -. L'acqua in particolare, inizia a scarseggiare con la siccità che, come abbiamo visto, ci sta colpendo negli ultimi anni. E' necessario quindi riuscire a trovare una modalità che sia più sostenibile".

Per arrivare a questo ci sono voluti diversi step, "partendo dall'agricoltura tradizionale, passando poi a quella sinergica che in parte utilizzo ancora, senza mai però utilizzare alcun tipo di pesticida. Per specializzarmi in agricoltura sinergico-naturale ho acquisito conoscenze inizialmente a livello amatoriale poi invece ho iniziato a seguire corsi agroecologici".

Ma in che cosa consiste questo metodo? "E' un sistema che si basa sul ciclo naturale - prosegue -, quindi cerco di toccare la terra il meno possibile, lasciando che si rigeneri da sola. Se cadono delle foglie le lascio sul terreno per esempio, così come le piante e le erbe che crescono spontaneamente. La vera 'innovazione' è proprio quella di coprire il terreno con paglia e fieno, in modo che si limiti la traspirazione e l'evaporazione dell'acqua". Questa copertura naturale va poi a decomporsi nel tempo "diventando humus".

In questo appezzamento di terra, dove si coltivano ortaggi, piante aromatiche, fiori e piccoli frutti, non è presente un impianto di irrigazione. "In questi 8 anni non ho mai praticamente bagnato il terreno, fatta eccezione per quest'estate che era molto secco. Con questo sistema di coltivazione non solo si risparmia tantissima acqua, ma anche fatica ed ore di lavoro, ottenendo comunque ottimi prodotti, dando tanto spazio alla biodiversità".

Se ancora questa 'forma' di agricoltura non ha preso piede, secondo Gross, è una questione principalmente culturale: "Rispetto ad altri orti il mio non è ordinato e perfetto, ma 'anarchico'". Questo però potrebbe essere il futuro, non solo sotto il profilo del risparmio idrico ma anche dell'inquinamento atmosferico, "perché non è necessario nemmeno utilizzare mezzi agricoli".

"C'è molta curiosità e ci sono tante richieste per imparare a coltivare con questo metodo - conclude Gross -. In particolare nei giovani noto una grande attenzione nei confronti dell'ambiente e una maggior coscienza rispetto ai cambiamenti climatici".