Fattoria verticale, la chiamano vertical farm - itFrosinone

2023-03-16 17:32:46 By : Ms. Danica Ling

Fattoria verticale, una realtà che sta prendendo piede, soprattutto per via del risparmio idrico a cui siamo costretti.

Dobbiamo cercare di abbattere il più possibile il CO2 e i gas serra, quindi la coltivazione verticale può essere una delle soluzioni e comunque sta prendendo molto piede. Il punto non è solo coltivare di più, risparmiando spazio, ma farlo risparmiando acqua. Solo negli ultimi 20 anni le risorse idriche del pianeta, si sono ridotte circa del 20%? Dobbiamo inoltre considerare che ci sono oltre 3 miliardi di persone che hanno una seria difficoltà ad accedere all’acqua.

Quindi da una parte si spreca e dall’altra arriva con il contagocce. Dobbiamo considerare che l’agricoltura consuma per il 70% dei consumi idrici. Tutto questo su un 40% della superficie terrestre impiegato in agricoltura. Ma cosa sono le vertical farm? In sostanza sono orti verticali, addirittura senza terra, dove frutta e verdura crescono in strutture strettamente controllate. Sono come dei condomini, in cui non si usano i pesticidi.

Invece si usano le luci artificiali ed degli innovativi sistemi di nutrimento per le piantine. Si può realizzare una fattoria verticale in piccolo, o in un edificio. Gli spazi, adibiti alla coltivazione, necessitano sempre di luce solare che però arriva attraverso luci a led, per una resa migliore. Addirittura, l’energia che serve per l’illuminazione artificiale deriva generalmente da fonti rinnovabili, come ad esempio pannelli fotovoltaici. Molte di queste coltivazioni si realizzano senza utilizzo di terra.

Le piantine crescono alimentate dalle radici, grazie a un sistema di nebulizzazione dell’acqua e delle sostanze nutritive minerali. Esiste anche un altro sistema simile in cui non si usa la terra che si sostituisce con inerti (vermiculite, perlite, argilla, fibra di cocco e lana di roccia). Le piante si nutrono dalle radici con Vapore acqueo e sostanze minerali. Un ulteriore sistema, prevede l’acqua di scarico, proveniente dagli allevamenti di pesci e crostacei.

Quest’acqua possiede un alto tenore di sostanze nutritive, e si predilige molto. Un’altra cosa interessante è che sfruttando degli algoritmi, si possono modulare i nutrienti e si possono quindi creare dei microclimi adatti alle specie che si stanno coltivano. L’ambiente chiuso poi, blocca eventuali patogeni, un po’ come in serra. In tal modo si evita l’utilizzo di pesticidi, erbicidi, fitofarmaci. Inoltre, è possibile raccogliere una grande varietà di dati per ottimizzare il sistema.

Questo genere di sistema di coltivazione, necessita di poca acqua, quindi non è solo da sperimentare e far progredire in tempi di siccità in Occidente, ma è da “innescare” come un effetto domino, in paesi che soffrono da decenni una siccità estrema. Dobbiamo considerare, con degli esempi pratici, che ad esempio oggi, per produrre una mela in modo tradizionale, occorrono 125 litri d’acqua. Per 100 gr di cioccolato occorrono almeno 1.700 litri di acqua.

Questo genere di coltivazione, si sperimenta almeno dalla prima metà degli anni ’80, quindi si tratta di un sistema che è già molto evoluto e usato in varie parti del mondo. Allora consideriamo che per quanto riguarda il suolo, in un metro quadrato si producono 3,9 chili di lattuga all’anno, che salgono a 41 in serra e tra gli 80 e i 120 in “vertical farm”. Vale la pena pensarci.

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