Come fare l'orto sopraelevato con pallet di recupero - Cose di Casa

2023-03-16 17:26:16 By : Mr. Mison Wong

Costruire alcuni cassoni rialzati da terra di circa un metro semplifica tutte le operazioni da compiere nell'orto. Ecco come procedere utilizzando materiali di recupero.

L’orto a cassoni sollevati da terra, così da diventare strutture con un’altezza pari a quella di un normale tavolo, cambia completamente la percezione dello spazio e il modo di lavorare. I vantaggi non sono pochi, ma lo sforzo iniziale, anche economico, non è indifferente. Il consiglio è quello di impostare un progetto generale, anche di ampio respiro, ma di realizzarne solo una parte con il fai da te. Si potrà poi provare per almeno un ciclo e poi decidere se proseguire o meno nella realizzazione.

Un orto così fatto presenta diversi aspetti positivi:

L’orto sopraelevato è un trend che non poteva sfuggire al mercato ed ecco che nei garden, ma soprattutto su internet, iniziano a comparire cassoni appositi, pensati principalmente per la coltivazione in spazi limitati, rivisitazione dei vecchi tavoli di coltivazione. In vendita si trovano interessanti strutture sopraelevate a cassoni, che si possono tenere sul terrazzo oppure appena fuori dalla cucina per coltivare le erbe aromatiche da avere a portata di mano.

In genere sono anche gradevoli esteticamente per le finiture, il materiale impiegato e possono essere utilizzate anche nella parte sottostante per riporre gli attrezzi da lavoro o altri oggetti. Si configurano come tavoli di legno, ma al posto del piano hanno un piccolo cassone, spesso con divisioni interne, robusti piedi di appoggio e, nella parte bassa, ripiano o sportelli.

Il materiale utilizzato per questi cassoni è in genere legno trattato in autoclave per migliorarne la resistenza nel tempo o legno impermeabilizzato, per avere un aspetto più elegante, quindi con una colorazione uniforme. L’interno è sempre impermeabilizzato e prevede la possibilità di scolo dell’acqua in eccesso che percola sul fondo. I cassoni rialzati non hanno un costo eccessivo e potrebbero rappresentare una buona soluzione per capire se affrontare l’impresa di costruire un vero orto tutto sopraelevato.

I primi orti in cassone sopraelevato erano costruiti in muratura e mattoni a partire da terra, in quasi tutti i casi erano riempiti per la loro intera profondità e non avevano un piano di separazione con il terreno. Oggi, per la realizzazione di cassoni sopraelevati, il materiale più facilmente reperibile a un prezzo non esorbitante e anche di recupero è il legno. Questi contenitori possono essere realizzati in tutte le forme possibili, ma sempre rispettando alcune regole che ne consentano un utilizzo pratico.

Lunghezza : non è importante e può essere scelta anche in base a quella del materiale disponibile per evitare tagli o giunzioni. Larghezza : molto importante, come in un orto ben fatto, deve essere al massimo di 100-120 centimetri, così che sia possibile agendo da entrambi i lati raggiungere sempre senza sforzi eccessivi il centro del cassone. Profondità : deve essere valutata in due modi, quella totale e quella utile pari allo spessore del terriccio. Il terriccio, per creare un ambiente dove le piante orticole radichino senza eccessive costrizioni deve essere profondo non meno di 30 centimetri, meglio ancora di 40 cm. Altro accorgimento: il bordo necessario perché il vento non spazzi il terreno e le piogge non lo dilavino è di 5 – 10 centimetri. Per seminare : chi intende utilizzare il cassone come semenzaio o mini tunnel può pensare di lasciare le pareti più alte in modo da potervi tendere sopra un elemento di protezione: per esempio 20 – 25 cm sopra il terreno. In questo caso, per evitare che le pareti laterali più alte ombreggino gli ortaggi e il terreno, è necessario posizionare i cassoni lungo la direzione del percorso del sole. Base : la base, comunque sia realizzata, deve avere caratteristiche di grande solidità e durevolezza. 

Iniziare spianando il terreno in modo perfetto. Porre sul terreno un bancale, disegnarne il perimetro e toglierlo. Disporre lungo il perimetro un giro di mattoni non gelivi per distanziare i bancali da terra e migliorare nel tempo la durabilità dei pallet.

Trattare i pallet che andranno impilati con una mano di vernice impermeabilizzante, doppia nelle parti esterne più soggette alle intemperie. Oggi è possibile farsi preparare in ferramenta vernici impermeabilizzanti all’acqua anche colorate se si vuole dare un tocco di vivacità all’orto.

Sulla “fondazione” di mattoni che può essere considerata di altezza di 5 centimetri perché una parte del mattone sotto il peso finale affonderà nel tempo nel terreno, appoggiare un pallet. Assicurarsi che una volta posato il primo, questo abbia tutto l’appoggio necessario per avere una perfetta stabilità e scaricare il peso in modo uniforme. Poi impilare altri tre bancali, fino a raggiungere un’altezza complessiva di 61 centimetri circa da terra.

Nell’ultimo bancale che andrà a sorreggere la terra, gli spazi vuoti fra un’asse e l’altra andranno infittiti se non si utilizzano degli europallet: in molti pallet destinati a non essere riutilizzati la trama è più rada.

Dopo averli trattati con due mani di vernice impermeabilizzante, non solo sulle pareti, ma anche nello spessore, posizionare 2 collari di circa 20 centimetri di altezza l’uno. In questo modo la struttura ha un’altezza di circa 1 m da terra e potrà ospitare una profondità di terriccio utile di 35 cm. Secondo le esigenze personali basterà aggiungere un altro bancale per rialzarlo ulteriormente.

Rivestire l’interno con il foglio di robusto tessuto non tessuto. Prestare attenzione a questa operazione e fermare i bordi poco sotto il margine del collare con listelli fissati da viti a testa piatta piantate dall’esterno. Il tessuto non tessuto deve ricadere libero e abbondante per evitare che l’introduzione del terriccio crei tensioni sui punti di fissaggio.

Il collare aggiuntivo, sempre trattato con la doppia impermeabilizzazione, potrà servire per trasformare il cassone in un semenzaio, con l’aggiunta di un pannello di plexiglas trasparente, o in un mini tunnel, dotandolo di archetti o di una struttura a doppio spiovente sempre in plexiglas.

Il volume da riempire, che sembrerà poca cosa, in realtà richiederà di mobilizzare una quantità di materiale pari a ben 5 sacchi da 70 litri di terriccio. In realtà la terra necessaria, compattandosi nel tempo, sarà anche di più. Per ottenere un ambiente in grado di mantenere una buona umidità senza creare ristagno sul fondo del cassone, come insegna anche la permacultura, mettere uno strato di circa 10 centimetri di materiale vegetale in disfacimento come rami, piccoli tronchi, e foglie.

Questa base di fondo dovrebbe formare nel progressivo processo di humificazione non solo una fonte di sostanza organica e nutrienti, ma anche una sorta di materiale spugnoso in grado di assorbire umidità per cederla gradualmente al terreno e di conseguenza alle radici. Sopra questo, aggiungere la miscela preparata con terriccio da orto (due parti), terra di campo per apportare una componente argillosa (una parte) e terriccio drenante a base di bentonite o zeolite ad alto potere di scambio cationico (una parte).Bagnare, lasciare assestare qualche giorno, e aggiungere altro terriccio se manca.

In questo cassone delle misure indicate e con la quantità di terra suggerita, si può coltivare un po’ di tutto. Pomodori, melanzane, zucchini e gli altri ortaggi classici sono perfetti, così come le aromatiche, i fiori edibili e quelli da taglio per la casa. Evitare le piante di rabarbaro o le zucche di grandi dimensioni, a meno di non dirigere i tralci verso l’esterno e farle fruttificare a terra.

La gestione di un orto sopraelevato è piuttosto semplice se si tiene conto che l’unica vera differenza con quello in terra è l’interruzione che esiste con l’ambiente circostante. In altre parole si ha a che fare con una dimensione confinata che dipende solo dalle immissioni che noi apportiamo. L’esempio più classico è quello della mancata risalita dell’acqua dagli strati profondi per capillarità, ma anche l’arrivo di talpe, topi, arvicole e larve. L’acqua è l’aspetto più difficile da gestire perché la quota che percola è del tutto perduta. Il metodo di bagnatura a pioggia è quello che dà le maggiori perdite, oltre il 50%.

Preferire irrigazioni localizzate e, per essere ancora più efficienti, aggiungere le anfore di coccio poroso, chiamate “olla”, che cedono al terreno e alle radici l’acqua in modo progressivo assicurando un’umidità costante. Si possono sostituire anche con vasi in coccio, a sezione cilindrica, purché non smaltati, senza foro di fondo e dotati di coperchio, così che lo sporco che vi entra nel tempo non intasi i pori. Le olle classiche, panciute e con imbocco a collo stretto, vanno posizionate nel terreno in modo che compaia in superficie solo il punto di carico. Meglio riempirle con acqua non calcarea. Ponendo una vasca di recupero nello spazio del primo pallet libero sotto il terreno è possibile recuperare quanto sgronda. Occorrerà però svuotarla costantemente, perché d’estate l’acqua non rimossa rappresenta un perfetto incubatore per le zanzare.